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Maddalena

Maddalena Mantegazzi, la donna che è stata vicino a Clay Regazzoni  negli ultimi anni della sua vita e con il quale ha avuto un'intensa relazione affettiva, durata quasi 20 anni. (cfr. articolo)
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Notizia del 15/12/2007 - 15:58

TICINO

Un anno fa moriva Clay Regazzoni, e sul Blick spunta la polemica dell'ultima compagna

Clay Regazzoni moriva esattamente un anno fa in un incidente stradale sull'autostrada A1 vicino a Parma. E oggi sulle pagine del Blick la sua ultima compagna, Maddalena Mantegazzi, racconta il contenzioso che la oppone alla famiglia. LUGANO - Il 15 dicembre del 2007 Clay Regazzoni moriva in un incidente stradale sull'autostrada A1 vicino a Parma.

La morte dell'ex pilota di formula Uno, paralizzato alle gambe da anni per le conseguenze di un incidente avvenuto in un Gran Premio negli Stati Uniti nel 1980, destò una forte commozione non solo in Ticino - Regazzoni era nato a Lugano il 5 settembre del 1939 - ma anche in Italia e nel resto d'Europa dove il pilota era ancora ricordato e amato. Un affetto che si era notato anche in occasione dei funerali che si erano tenuti proprio a Lugano e che avevano visto la partecipazione di molti amici, fans, e ammiratori.

In occasione della ricorrenza del primo anno dalla morte, il giornale svizzero tedesco Blick ha dedicato al campione ticinese la prima pagina del giornale, pubblicando lo sfogo di Maddalena Mantegazzi, la donna che è stata vicino a Clay Regazzoni  negli ultimi anni della sua vita e con il quale ha  avuto un'intensa relazione affettiva, durata quasi 20 anni.

Uno sfogo nei confronti della famiglia Regazzoni. Maddalenna Mantegazzi, anni 56, vive a Mentone in Francia, nella casa dove ha vissuto per molti anni assieme a Clay. Casa che  stando a quanto scrive il quotidiano svizzero-tedesco avrebbe un valore di quasi due milioni di franchi. E proprio sull'edizione odierna del Blick, Maddalena Mantegazzi ha raccontato il contenzioso che la oppone alla famiglia.

A settembre si è svolto anche un processo. La donna ha raccontato che i familiari  hanno preteso 3500 euro mensile per l'affitto della casa di Mentone.  Cifra che la donna non può permettersi di pagare e quindi si trova nella condizione di dover abbandonare la casa.

"Fra quattro settimane dovrò sloggiare. Ancor prima di quanto temessi" ha raccontato, attaccando i componenti della famiglia Regazzoni: "Non vogliono solo allontanarmi dalla casa - si è sfogata la donna -  ma anche dalla storia d'amore con Clay. Da quando lui è morto io ho perso tutto, e ora vogliono sradicare anche i 20 anni che io ho trascorso con lui".

Foto Ti Press

"...nella casa dove ha vissuto per molti anni assieme a Clay."

"Fra quattro settimane dovrò sloggiare.
Ancor prima di quanto temessi"

"Da quando lui è morto io ho perso tutto, e ora vogliono sradicare anche i 20 anni che io ho trascorso con lui".

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Il Caffè, 16.12.2007

Parla Maddalena Mantegazzi, l’ultima compagna di Clay Regazzoni

‘Ho perso Clay e ora anche la casa’

Il dolore e l’amarezza della compagna del pilota scomparso un anno fa

EZIO ROCCHI BALBIMENTONE - Maddalena si af­faccia sulla terrazza e guarda il mare della Costa Azzurra ripen­sando a tutte le vol­te negli ultimi vent’anni che, insie­me a lei, Clay Re­gazzoni ha guardato lo stesso mare. Og­gi, a un anno esatto dalla scomparsa del campione ticinese, quando si schiantò con il suo monovo­lume sull’autostra­da A1 vicino a Par­ma, la sua compa­gna sa che quel ma­re, almeno da quella casa, non lo vedrà più. “Per me è un incubo, ma so che tra poche settimane dovrò andarmene, possibilmente anche prima - commenta la 56enne Maddale­na Mantegazzi al Blick - . Vogliono buttarmi fuori, ma soprattutto vogliono cancellarmi dalla storia di Clay, sep­pellirmi come lui. I nostri vent’anni di convivenza sono qualcosa da sradica­re, annullare com­pletamente”. A volerla fuori dall’abitazione di Mentone sono la ve­dova di Regazzoni,Maria Pia, e la 39enne figlia Alessia. Sia la residenza sul ma­re, valutata dai periti 2 milioni di franchi, sia i cento metri qua­dri d’ufficio di Clay nel pieno centro di Monte­carlo, stimato in cinque milioni, spettano agli eredi. Nel testa­mento, regolar­mente deposita­to, Maddalena non è citata ed oggi la donna capisce che è stato un errore. “Sono stata per vent’anni casalinga e non ho pagato la pensione, e ora a 56 anni sono troppo vecchia per un lavoro. Di cosa vivrò? - si sfoga Maddalena accarezzando una foto incorniciata di Clay, una delle poche cose che potrà por­tare con sè - . Non ho certo chie­sto milioni, ma solo un tetto so­pra le testa”. La speranza era che le permettessero di rimane­re nella casa che ha diviso con Regazzoni, nelle stessa casa do­ve tutto, dagli abiti alla sedia a rotelle, al necessaire in bagno, è rimasto allo stesso posto da quel maledetto 15 dicembre 2006. “Un anno fa ero la donna di Clay, il gior­no dopo ho in­ziato a perdere tutto. Prima l’uomo, il com­pagno di una vi­ta, poi tutto quello a lui col­legato - racconta ricordando il giorno del funerale, quando il campione è stato sepolto nella tomba di famiglia di Lugano -. Non mi hanno voluto neanche ai funerali, i miei fiori sono sta­ti subito buttati via, ma se il corpo di Clay è in Ticino la sua anima è qui accanto a me, a Mentone”. Tutte le richieste di Maddalena, a partire dalla possibilità di re­stare nella casa di Mentone so­no state respinte dalla famiglia Regazzoni. Anche da un’udien­za in tribunale, nello scorso set­tembre, Maddalena è uscita a mani vuote. Anzi peggio, visto che la vedova e la figlia hanno avanzato la richiesta dell’affitto per la casa in riviera: 3'500 euro mensili. Una frattura insanabile con la famiglia, a stento mitiga­ta dal figlio di Clay, 40 anni, che ha ancora contatti con la donna. “È stato carino con me ­riconosce -  senza il suo aiuto non sarei sopravvissuta”. Ma se finora Maddalena è rima­sta nell’ombra, dopo lo “sfrat­to” intimato dalla vedova Ma­riapia e dalla figlia Alessia ha deciso di passare al contrattac­co, rivendicando quello che ri­tiene un suo diritto, dopo tanti anni passati al fianco dello sfor­tunato pilota di Formula 1. “In fondo non si tratta di questione di soldi, e nemmeno di questa casa. Quello che mi fa più male è la mancanza di rispetto so­prattutto nei confronti di Clay, che certo non avrebbe mai im­maginato che mi trattassero co­sì”.

erocchi@caffe.ch

http://epaper2.caffe.ch/ee/ilca/_main_/2007/12/16/015/?article=0

Freie deutsche Übersetzung:

Il Caffe , 2007.12.16

Maddalena Mantegazzi , die letzte Begleiterin von Clay Regazzoni, spricht Klartext:

" Zuerst verlor ich Clay und nun auch das Haus "

Der Schmerz und die Bitterkeit der Begleiterin des vor einem Jahr verstorbenen Rennfahrers

EZIO Rocchi BALBIMENTONE - Maddalenas Blick auf die Terrasse mit Sicht auf das Meer an der französischen Riviera, zurückblickend auf alte Zeiten, die letzten zwanzig Jahren, während denen sie mit ihrem Clay Regazzoni dasselbe Meer sah. Heute, genau ein Jahr nach dem Tod des Tessiners, der in seinem Van auf der Autobahn A1 in der Nähe von Parma verunfallte, weiß sie, dass sie das Meer, zumindest aus diesem Haus, nicht mehr lange sieht. "Für mich ist es ein Alptraum, seit ich weiß, dass ich in ein paar Wochen dieses Haus verlassen muss, möglicherweise sogar vorher - sagt die 56jährige Madalena Mantegazzi. „Sie wollen mich rausschmeißen, aber vor allem wollen sie mich aus der Geschichte von Clay entfernen, mich auch begraben wie er. Unsere zwanzig Jahren des Zusammenlebens komplett radieren“. Sie: Regazzonis Witwe Maria Pia und Tochter Alessia. Sowohl die Residenz, von den Experten auf zwei Millionen Franken bewertet , als auch die hundert Quadratmeter Büro von Clay im Herzen von Monaco, auf fünf Millionen geschätzt, gehören den Erben. Im Testament, ordnungsgemäß aufgesetzt , wird Maddalena wird nicht erwähnt, und jetzt ist sie sich bewusst, dass das ein Fehler war. "Ich lebe hier zu Hause seit zwanzig Jahren und ich habe keinerlei Rente bezahlt, und jetzt mit 56 Jahre bin ich zu alt zum noch neu Arbeiten beginnen. Wovon will ich leben ?“.   Eine fassungslose Maddalena streichelt ein gerahmtes Foto von Clay, eines der wenigen Dinge, die sie mit sich bringen kann: „Freilich habe ich nicht nach Millionen gefragt, sondern nur ein Dach über dem Kopf . "   Sie teilte mit Regazzoni das gleiche Haus, wo alles, von der Kleidung über einen Rollstuhl bis zum Badezimmer seit dem verfluchten 15. Dezember 2006 so geblieben ist. "Vor einem Jahr war der Tag, als ich, die Frau am der Seite von Clay, begonnen habe, alles zu verlieren . Man wollte mich nicht einmal an der Beerdigung, meine Blumen wurden sofort weggeworfen, aber wenn der Körper im Tessin ist, so hat Clay seine Seele hier neben mir, im Menton.“   Alle Anfragen Maddalenas, im Haus von Menton bleiben zu dürfen, wurden von der Familie Regazzoni abgeschmettert. Selbst nach einer Anhörung vor Gericht im September zog Maddalena mit leeren Händen davon. Noch schlimmer: Witwe und Tochter wollten für die Miete des Hauses 3'500 Euro. Eine unüberbrückbare Kluft mit der Familie. Nur gerade Clays Sohn Gianmaria, 40, hat den Kontakt mit der Frau aufrecht erhalten. "Es war schön von ihm, mich zu anerkennen - ohne seine Hilfe hätte ich es nicht überlebt. "   Aber wenn auch Maddalena so lange im Schatten Clays geblieben ist, nach der Mitteilung zur Räumung seitens  Witwe Mariapia und Tochter Alessia beschloss sie zum Gegenangriff und ist der Auffassung, dass es ihr Recht sei, nach so vielen Jahren neben Clay, hier bleiben zu dürfen: "Letztlich geht es nicht ums Geld. Was mich am meisten schmerzt , ist dieser Mangel an Respekt , vor allem gegenüber Clay, der sicher nie gedacht hätte , wie man mich hier behandelt."